È facile per gli esperti parlare di digitalizzazione dei processi, ma solo offrendo soluzioni facili, affrontabili, e un’assistenza dedicata possiamo veramente accompagnare le piccole aziende e i professionisti al cambiamento


L’Osservatorio fatturazione elettronica ed ecommerce B2B del Politecnico di Milano a giugno scorso ha analizzato l’impatto delle transazioni elettroniche B2B nei rapporti tra le aziende private. Tra le filiere più mature figura l’automotive, con un transato di 160 miliardi. Vi chiederete perché  proprio l’automotive? Si tratta di risultati ottenuti in 25 anni di adozione di soluzioni elettroniche per lo scambio elettronico dei documenti (Edi - Electronic Data Interchange). Oggi i magazzini delle case automobilistiche sono condivisi con i partner commerciali e si gestiscono assistenza, formazione, ordini e fatture. Ben diversa è la situazione nel largo consumo, al primo posto per valore delle transazioni, ma dove il digitale fatica a farsi largo tra tante realtà piccole e micro. Quindi sembra che ad oggi siano quasi solo medie e grandi imprese a utilizzare soluzioni per la gestione elettronica dell’intero ciclo dell’ordine e ambienti collaborativi. [dati: giugno 2017].

Chi si presenta oggi come “guru” del digitale ci dice che è importante dematerializzare il processo, reingegnerizzarlo, sulla base di strategie aziendali a largo respiro che ci impongono di guardare alle nostre fatture come a dati e non semplici file. Tutto questo è corretto, ma come intraprendere in realtà questo cambiamento? Tra Blog, newsletter e giornali, però non troviamo dove i cosiddetti “grandi provider” della digitalizzazione spiegano nel concreto, come le piccole e micro imprese (o i consulenti stessi che le seguono) possano trasferire al digitale i loro processi aziendali. Ci dicono che digitalizzare vuol dire ripensare tutto il nostro modo di lavorare, che è quello che hanno fatto le suddette case automobilistiche… ed è vero, ma loro hanno gestito il passaggio in 25 anni! E con una struttura aziendale e commerciale ben diversa da quella delle 130.000 PMI presenti in Italia.

E anche le misure, come lo split payment, volute dal legislatore per corretti e ragionevoli motivi di lotta all’evasione fiscale, dovrebbero essere tradotte in servizi adeguati alle piccole aziende, al loro ritmo.  Offrire soluzioni semplici, di facile installazione, che non vincolino sic-et-simpliciter (leggi: canoni infiniti) e, soprattutto, offrire risposte a tutte le domande, anche le più banali, e un’assistenza continua e rapida, sono le vere leve verso la digitalizzazione delle piccole e medie aziende italiane.

Come produttori di soluzioni per la fatturazione elettronica e digitalizzazione dei processi documentali, DOBBIAMO metterci nei panni dei “piccoli” e dobbiamo chiederci: cosa comporta PER LORO inviare una fattura elettronica. Quale software hanno già e quale devono e sono in grado di acquistare? E quante  fatture emettono all’anno? E se i loro clienti trasmettono dati e ordini con modalità diverse? E la PEC, in tutto questo, cosa c’entra? Questo dobbiamo chiederci, e dobbiamo fornire soluzioni e strategie che implichino un chiaro vantaggio per loro.

 

Facciamo due esempi pratici. Oggi ci troviamo davanti a due novità:

    • • Novità uno: estensione dello split payment anche a carico dei liberi professionisti. (https://www.digithera.it/split-payment). Garantire la possibilità di gestire sia fatture alla PA che verso privati e di essere in regola con lo split payment, senza stravolgere il proprio modo di operare, è quello che ci chiedono i nostri clienti, che infatti devono solo modificare le diciture relative alla esigibilità dei pagamenti nella loro area riservata.
    • • Novità due: entro il 18 settembre ogni soggetto IVA deve inviare all’Agenzia delle Entrate (tramite SDI) i cosiddetti dati-fattura, (https://www.digithera.it/comunicazione-dati-fatture-193-2016). In Digithera ci siamo inventati un servizio che permette sia  la trasmissione dei singoli file, ma che  supporta altresì l’estrazione dei dati a partire dai registri IVA, agevolando in questo modo la produzione dei dati da parte degli emettitori, a cui poi aggiungiamo la firma qualificata di un commercialista cui potrà essere emessa la delega di forma.

 

Entrambi questi adempimenti possono portare, se volete, la piccola azienda italiana o il libero professionista un passo avanti verso la tanto ambita “digitalizzazione del processo”. Questo perché iniziando a digitalizzare servizio dopo servizio, si troveranno a decidere di convertire in digitale anche quelle funzioni che ad oggi non è ancora obbligatorio gestire in via digitale. Eppure questi adempimenti vengono vissuti ad oggi come una antipatica vessazione … ed è proprio qui che vogliamo giocare il nostro ruolo di semplificatori e facilitatori, al servizio dei piccoli.




In Digithera abbiamo un pallino: digitalizzare per semplificare. Solo così possiamo concepire soluzioni e servizi utilizzabili in larga scala da qualsiasi operatore, a costi quasi solo variabili. 

Gerri Cipollini, AD di Digithera