La Banca d’Italia, nel suo recente documento “L’Impatto della pandemia di Covid-19 sull'economia italiana: scenari illustrativi” ha stimato che, nello scenario migliore, la flessione si attesterà a 9 punti percentuali, a seguito delle conseguenze generate dall’impatto della pandemia Covid-19 sul PIL italiano. Ad una contrazione di 4,7 punti già registrata nel primo trimestre di questo 2020, seguirà purtroppo un secondo trimestre che si preannuncia essere ancora più tragico.

Nello stesso modo però, la Banca d’Italia prevede un lento attenuarsi delle ripercussioni economiche direttamente proporzionato all’allentamento delle misure contenitive (ad aprile le attività produttive bloccate dal lockdown erano pari a circa un terzo del PIL, scese già intorno al 10 per cento in maggio ed in ulteriormente diminuzione in giugno), fino al raggiungimento di una ripresa parziale nel corso del 2021.

Sono state stimate, per l’anno corrente, ingenti perdite soprattutto nel comparto di esportazioni e importazioni di beni e servizi rispettivamente per 15 e 17 punti percentuali nei confronti del 2019.

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Non vogliamo soffermarci su altri scenari ancora più apocalittici, però i tempi e l’intensità della ripresa nel 2021 dipenderanno da diversi fattori, tra cui l’efficacia delle politiche economiche introdotte dai recenti decreti.

Fattori difficilmente quantificabili invece sono quelli legati e influenzati da eventuali nuovi focolai, che potrebbero comportare un ulteriore indebolimento della filiera produttiva e conseguenti cali di fiducia da parte di consumatori ed aziende:

Sviluppi negativi potrebbero manifestarsi a seguito: del protrarsi dell’epidemia, con la necessità di contrastare possibili nuovi focolai, con ripercussioni sulla fiducia e sulle decisioni di spesa dei cittadini e di investimento delle imprese; di cali più consistenti nel commercio mondiale e strozzature alle catene globali del valore; di un ulteriore deterioramento delle condizioni finanziarie.

Inoltre, non vengono tenuti in considerazioni all’interno del documento redatto dalla Banca d’Italia eventuali effetti:

non lineari e difficilmente quantificabili, che potrebbero derivare da episodi diffusi di insolvenza tra le imprese che incidano in misura marcata sulla capacità produttiva dell’economia.

Se per quando riguarda le perdite, ipotizzate su scala globale, non è possibile monitorare puntualmente possibili variazioni, se non seguendo i costanti aggiornamenti forniti dagli organi preposti, risulta invece possibile monitorare il rischio di insolvenza delle singole aziende con cui si intrattengono rapporti commerciali, tramite l’adozione di soluzioni di Gestione del Rischio volte a monitorare in tempo reale le variazioni di affidabilità secondo parametri di rischi legati al credito e solvibilità delle stesse.

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