A partire dal 1° febbraio 2020, le aziende facenti parte del Servizio Sanitario Nazionale hanno visto rivoluzionate le abitudini di emissione ordini verso i propri fornitori. A partire da tale data è infatti entrato in vigore l’obbligo di emettere gli ordini di acquisto in formato elettronico per tutti gli acquisti di beni da parte del SSN, dovendo ora rispettare nuove regole tecniche e transitare attraverso NSO.

Una novità che ha completamente rivoluzionato le procedure legate all’emissione e gestione degli ordini di acquisti su tutto il territorio nazionale o quasi, ricordiamo infatti che in Emilia-Romagna gli ordini già in precedente venivano emessi in formato elettronico attraverso canale PEPPOL dedicato.

Abbiamo già avuto modo di approfondire in passato i dati rilevati dalla Ragioneria Generale dello Stato del Ministero dell’Economia e delle Finanze (RGS MEF), che ci hanno permesso di comprendere gli sviluppi relativi al primo trimestre di adozione, effettuando anche una breve analisi comparativa tra il periodo febbraio-aprile 2020 e maggio-luglio 2020 (secondo trimestre), potendo constatare come, dopo l’ottima partenza, la situazione sia andata a migliorare ulteriormente, registrando un aumento del tasso di documenti correttamente compilati e consegnati, pur con un numero di ordini condizionato dal lockdown.

Questa rivoluzione rappresenta un nuovo importante tassello del percorso di digitalizzazione in atto, con l’emissione di ordini via NSO, che al momento è limitata all’acquisto di Beni da parte del SSN ma che a partire dal 1° gennaio 2021 sarà estesa anche agli ordini di Servizi.  

Esattamente come avvenuto con la Fatturazione Elettronica, queste novità operative sono caratterizzate da un lento corso di adozione, partendo dal coinvolgimento di un numero circoscritto di soggetti e operazioni per poi espandersi gradualmente, arrivando a coinvolgere sempre più Enti Pubblici e non solo.

Non ci sarebbe da stupirsi se tra alcuni anni, NSO, diventasse il nuovo standard condiviso non solo per gli ordini provenienti dalla PA, ma anche quelli provenienti dal mercato B2B, compiendo il medesimo percorso effettuato dalla FE arrivato oggi a coinvolgere la quasi totalità dei soggetti IVA italiani.

Il percorso di Digitalizzazione della PA intrapreso dal MEF ad oggi, coinvolge una parte dei documenti scambiati tra cliente e fornitore, in primis la Fattura Elettronica e ora il processo di standardizzazione e dematerializzazione che ha interessato gli e-ordini a partire da inizio febbraio. Restano per il momento ancora esclusi i Documenti di Trasporto per i beni (DDT) e la documentazione relativa allo Stato di Avanzamento dei Lavori per i servizi (SAL), per i quali non è ancora stato predisposto un vero e proprio standard ed obbligo di digitalizzazione.

La standardizzazione e dematerializzazione di tutti i documenti legati al ciclo di approvvigionamento permetterebbe di completare e ottimizzare le possibilità di automazione e semplificazione della gestione documentale, permettendo a tutti i soggetti coinvolti di ottenere il massimo dei benefici.

Questa tipologia di processi è in realtà accessibile e utilizzabile già oggi anche se non esiste uno standard di formato. Attraverso una mappatura ad hoc dei documenti (ordini, DDT, ecc) utilizzati, siamo in grado di rendere accessibili i benefici della riconciliazione automatica dei documenti senza dover attendere la predisposizione di uno standard condiviso.

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