Immaginate un artigiano, un muratore o un elettricista, o una di quella moltitudine di partite IVA che sono il tessuto del nostro Paese, a cui un bel giorno un loro cliente spiega che il modo in cui loro emettono le fatture è cambiato, che vanno generate in formato elettronico – “No un pdf non va bene, è una cosa diversa” “Ah …Posso darvi il numero del mio commercialista?”.

Al centro del cambiamento in atto in questi giorni che ruota intorno ai vari aspetti della fatturazione elettronica ci sono infatti loro, i commercialisti, i veri portatori di interesse del processo di digitalizzazione messo in piedi dal governo, ma che vivono ancora una volta questi cambiamenti come imposti e come nuovi oneri sulle loro spalle. A loro, soprattutto, voglio spiegare che invece dalla fatturazione elettronica possono nascere molte opportunità.

  • 1) Il governo ha bisogno della fatturazione elettronica per avere un presidio maggiore sulla fiscalità del paese. C’è poco da fare, tutti i segnali indicano che questa è la strada da intraprendere, per cui le uniche azioni veramente sensate sono quelle che chiedano una concertazione con il governo sui tempi (di emissione delle dichiarazioni IVA e sulle altre trasmissioni obbligatorie), e possibilmente quelle intese ad ottenere i maggiori vantaggi fiscali possibili. Non è pensabile tornare indietro su questo, quindi bisogna andare avanti e cogliere la palla al balzo per distinguersi.

  • 2) Tutto ciò crea un'opportunità unica di fornire servizi avanzati, aiutando  le  micro e piccole imprese e i liberi professionisti  in una serie di adempimenti, in primis ad inviare i dati delle fatture e delle liquidazioni IVA periodiche in modo corretto e completo (la così detta compliance), aiutandoli ad utilizzare i codici di invio tramite SDI corretti. Si tratta di un’occasione unica per fidelizzare i propri clienti, garantendogli supporto anche in questa fase di cambiamento. Un’occasione che  può portare  discreti benefici  economici, a seconda delle proprie tariffe commerciali, e, sicuramente enormi benefici  in termini di reputazione e affidabilità.

  • 3) I commercialisti hanno la possibilità di allargare il proprio portafoglio di servizi per tutti coloro che vogliono (o che a breve dovranno) gestire processi in formato elettronico. Sulla base dell'esperienza già fatta con la fatturaPA, oggi i commercialisti possono dotarsi di soluzioni, know-how e servizi esterni che gli permettano di aiutare qualunque possessore di partita iva  ad entrare nel mondo della fatturazione elettronica e della conservazione. Questi servizi costano? Ci sono già oggi opzioni di affiliazione che consentono di abbattere costi e “fare sistema”. Esistono servizi all'avanguardia che consentono all'intermediario di essere accreditato come un interlocutore sempre credibile e aggiornato.  In questo contesto, la conversione di fatture da qualunque formato, la validazione dei documenti fiscali prima dell’invio all’Agenzia delle Entrate, la digitalizzazione dell’intero processo – fatture attive e passive – potrebbero diventare servizi fissi da elencare nel proprio portfolio, che consentirebbero anche la  riduzione, in parallelo, dei vari adempimenti verso l'Agenzia delle Entrate.

I commercialisti possono fare la differenza in questo processo. Due anni ha subito il processo verso la fatturaPA, oggi possono davvero esserne i traghettatori.

 

Gerri Cipollini, AD di Digithera

Gerri Cipollini, AD Digithera