L'interoperabilità è una delle maggiori sfide della transizione ad una pubblica amministrazione digitale. L'Europa ha iniziato un percorso verso modelli che promuovono l'uso di standard internazionali come il PEPPOL. Dopo il Servizio Sanitario del Regno Unito e l’Autorità Nazionale Svedese di Gestione Finanziaria (ESV) anche l'Italia, e nello specifico la Regione Emilia  Romagna, ha fatto da apripista.

A marzo 2015 è stata pubblicata la Delibera n.287, con cui la Regione Emilia Romagna ha lanciato il programma di dematerializzazione dei propri enti. Questa iniziativa è sostenuta dall'Agenzia Intercent-ER, che supervisiona lo sviluppo dei mercati elettronici e che fa parte del progetto europeo openPEPPOL che fa uso dell’omonima piattaforma al fine di migliorare l'interoperabilità tra i diversi sistemi dell'Unione.

La Regione Emilia-Romagna aderisce infatti a OpenPEPPOL, l’infrastruttura comune per l’e-procurement del settore pubblico in Europa, implementando un sistema regionale che, oltre a garantire il rispetto degli standard e delle norme italiane sulla fattura elettronica, prevede la possibilità di dematerializzare anche note di credito, ordini e documenti di trasporti in formato PEPPOL. OpenPEPPOL prevede, infatti, uno standard per lo scambio di documenti elettronici attraverso processi e regole comuni, per permettere ai vari soggetti coinvolti di comunicare tra loro. Per agevolare questo processo, ha scelto di utilizzare tecnologie open source e ha lavorato sui requisiti legali comuni dei vari Paesi e soggetti coinvolti.

 

In pratica: cosa succede in Emilia Romagna

A partire dal 31 gennaio 2016, diverse autorità regionali devono essere in grado di inviare ordini e ricevere fatture in formato elettronico, opzione che a partire dal 30 giugno diventerà obbligo per tutto il sistema sanitario regionale che potrà emettere ordini solo elettronicamente. La delibera prevede l’utilizzo del Sistema regionale per la dematerializzazione del Ciclo Passivo (SiCiPa-ER) per l’emissione, la trasmissione, il ricevimento, la conservazione e l’archiviazione dei documenti del ciclo passivo esclusivamente in forma elettronica. Ciò significa che sia le autorità pubbliche che i loro fornitori saranno costretti ad adattarsi presto allo standard PEPPOL praticamente per qualunque attività che comporti un interscambio di fatture, ordini e documenti di trasporto.

 

La multicanalità “PEPPOL ready” di Digithera

I fornitori di organismi regionali della Regione Emilia-Romagna che hanno bisogno di adattarsi allo standard PEPPOL devono avere un punto di accesso che assicuri la connettività con la piattaforma PEPPOL. Ed è qui che entra in gioco Digithera. Tutti i servizi di fatturazione elettronica di Digithera sono infatti compatibili con lo standard PEPPOL e interoperabili con la omonima piattaforma. I fornitori continueranno a fatturare come hanno sempre fatto, inviando fatture in carta, via fax, via mail in formato PDF a Digithera, che si occuperà poi della trasmissione dei documenti al Sistema di interscambio in formato digitale conforme agli standard PEPPOL. Al fine di facilitare l’adesione e l’utilizzo del servizio da parte dei fornitori, specie quelli che hanno un basso numero di fatture annue da inviare alla PA, è stato previsto un processo completamente automatico.

 

Il trattamento delle singole Fatture

In funzione del formato nel quale i fornitori inviano Fatture a Digithera, vi sono diversi moduli funzionali che garantiscono la qualità del dato catturato e del file che verrà poi inviato al Sistema di Interscambio.